Il fiume Tevere, dopo aver abbandonato lo spettacolare canyon delle Gole del Forello, supera la distesa del lago di Corbara e scorre in un’ampia vallata, segnando per molti tratti la linea di confine tra Umbria e Lazio. Qui affiorarono, su ampie superfici, le argille sedimentarie risalenti al periodo plio-pleistocenico accumulatesi sul fondo di un mare che, oltre un milione di anni fa, giungeva fin qui. Un mare che circa 680.000 anni fa si ritirò definitivamente, prosciugato dal sollevamento del suolo, lasciando terre emerse sconvolte da un’intensa attività vulcanica. Le nuove rocce prodotte dai vulcani del complesso Volsino si sovrapposero alle antiche argille, proteggendole. Dove queste rimasero scoperte ed esposte agli agenti atmosferici, vennero a crearsi creste e dirupi che rientrano oggi nel comprensorio dei Calanchi, attraversato e modellato dalle vallate fluviali del fosso di Lubriano e del Rio Torbido. Qui troviamo “il paese che muore”, Civita di Bagnoregio, reso instabile proprio dalla sovrapposizione di vulcaniti ed argille.
L’itinerario dei Calanchi
L’itinerario dei Calanchi attraversa un territorio dalla fisionomia mutevole, lambito dal medio corso del Tevere e caratterizzato dall’alternanza di paesaggi aspri e più docili, tra i vulcani Cimini a Sud ed i Volsini a Nord. Si inizia e si finisce tra le argille, in mezzo a scorci lunari, borghetti davvero suggestivi, forre tufacee e cave di peperino.
Bassano in Teverina e Vitorchiano
Uscendo dall’autostrada del Sole al casello di Orte, si raggiunge Bassano in Teverina, un borgo medievale delizioso in cui vale la pena visitare la Chiesa di S. Maria dei Lumi, edificio romanico risalente all’XI secolo dal quale proviene un prezioso dipinto su tavola del XV secolo raffigurante l’Assunzione, attualmente conservato nell’ottocentesca chiesa parrocchiale dell’Immacolata. Di fronte alla chiesa di S. Maria dei Lumi si erge la Torre dell’Orologio, a pianta circolare, posta a difesa della porta della città. Addentratevi nel dedalo di viette che costituiscono il borgo e perdetevi nella sua atmosfera! Seguendo le indicazioni per Viterbo, sulla Strada Provinciale 151, si raggiunge Vitorchiano, altro bellissimo borgo medievale caratterizzato da mura turrite e merlate. Grazie alla porta Romana si accede al primo cerchio delle mura, si passa davanti alla chiesa della SS. Trinità e si arriva al secondo cerchio delle mura. Qui trovate il quattrocentesco palazzo comunale, con la Torre dell’Orologio ed una bella fontana a fuso di stampo viterbese. Entrando da porta Madonna della Neve, invece, si accede alla parte più antica di Vitorchiano. Qui merita una visita la chiesa di S. Maria Assunta ed il suo bel campanile.
Celleno e Graffignano
Il viaggio prosegue sulla Strada Provinciale 23 (Valle del Vezza), oltrepassando le Grotte S. Stefano ed immettendosi nella Strada Provinciale 18 (Grottana), in direzione di Bagnoregio. Si raggiunge così Celleno, borgo medievale arroccato su una rupe tufacea molto suggestiva. Il paese è stato gradualmente abbandonato dalla popolazione a partire dalla prima metà del XX secolo: un “paese che muore” al pari della ben più nota Civita di Bagnoregio. Qui trovate quasi intatto un bel castello costruito tra l’XI ed il XIV secolo, dotato di due torri. Oltre la piazza, circondata da edifici disabitati ed in parte diroccati, si trova la chiesa romanica di San Donato, caratterizzata da un bel campanile e dal suggestivo interno, ormai preda della Natura. Lasciata Celleno il nostro itinerario prosegue sulla Strada Provinciale 5, seguendo le indicazioni per Graffignano. Prima di arrivare al paese potrete ammirare uno straordinario panorama sulla valle del Tevere. Una volta giunti a Graffignano visitate il castello Bulgarini d’Elce, a pianta rettangolare, originariamente dotato di fossato di difesa e ponte levatoio. Gli spalti erano originariamente dotati di merlature, rimosse quando venne impiantata la copertura a tetto dell’edificio. Dopo aver visitato il castello s’imbocca la Strada Provinciale 132 (Graffignanese), direzione Castiglione in Teverina. S’incrocia così la Strada Provinciale 5 (Teverina) e si seguono le indicazioni per Civitella d’Agliano.
Civitella d’Agliano e Castiglione in Teverina
Civitella è un antico borgo, circondato su ogni lato da rupi tufacee e difeso dalle fortificazioni costruite dai Monaldeschi, signori di Orvieto. Si presenta come una cittadella isolata, dominata dal castello Monaldeschi, risalente al XIII secolo ed in parte distrutto. La torre quadrata, più volte restaurata, è ancora in buono stato. Piazza Vittorio Emanuele separa il castello dal borgo. Risalendo il paese moderno e ripercorrendo a ritroso la Strada Provinciale 5, troviamo Castiglione in Teverina, borgo costruito su una lingua di travertino affacciata sulla valle del Tevere. Il centro del borgo è tipicamente medievale: verso Est la piazza Maggiore si apre sull’ampio orizzonte della valle del Tevere, tra il palazzo Comunale e la chiesa collegiata dei SS. Apostoli Giacomo e Filippo. Il castello, in origine protetto dalla parte del borgo per mezzo di un fossato, con ponte levatoio e rivellino, è a pianta quadrilatera, con quattro torri quadrate agli angoli. Superato il castello si scende nel borgo antico, un delizioso labirinto di stradine e piazzette panoramiche. Risalendo attraverso il borgo antico torniamo sulla Strada Provinciale 5: seguite le indicazioni per Orvieto fino al bivio per Sermugnano, frazione di Castiglione in Teverina.
Sermugnano e Lubriano
Anche Sermugnano si sviluppa su uno sperone tufaceo. Il borgo antico occupa solo l’estremità settentrionale della rupe sulla quale anticamente sorgeva il grande insediamento protostorico ed etrusco di Sermugnano. Della storia di questi luoghi ci restano oggi diversi resti ceramici sparsi alle sue pendici ed alcune tombe. Una porta ad arco conduce nel cuore del borgo, delimitato a sud-ovest dal Castello, un edificio forse risalente all’VIII secolo. Una volta terminata la visita di Sermugnano vale la pena visitare Lubriano, un paese costruito lungo una cresta di rocce vulcaniche adagiate sulle argille plio-pleistoceniche. L’intera parte destra del paese, rivolta a Sud verso Civita di Bagnoregio, è un bellissimo belvedere sulla valle dei Calanchi: uno spettacolo eccezionale. Piazza San Giovanni Battista, affacciata verso i Calanchi, è delimitata sul lato opposto dal palazzo appartenuto ai Monaldeschi. Poco distante svetta una torre quadrata costruita interamente in tufo.
Bagnoregio e Civita
Percorrendo la Strada Provinciale 55 e svoltando a sinistra al primo bivio per imboccare la Strada Provinciale 6 (Bagnorese) si riesce a raggiungere Bagnoregio. Qui vale la pena visitare la Chiesa di S. Bonaventura (del XIX secolo) e la Cattedrale, costruita sul luogo in cui sorgeva l’antica chiesa di S. Maria della Neve. Proseguendo si incontrano i palazzi delle più importanti famiglie locali, il monumento dedicato a S. Bonaventura (anch’esso del XIX secolo) ed il convento Agostiniano. Termina qui la parte più monumentale del paese: percorrendo fino in fondo via Alfonso e Giovanni Agosti, è possibile raggiungere il Belvedere di S. Francesco Vecchio, che si apre sulla veduta più famosa di Civita e sulla valle dei Calanchi. Ovviamente non dimenticatevi di visitare Civita di Bagnoregio, un luogo unico nel suo genere in grado di offrire scorci panoramici sorprendenti ed indimenticabili suggestioni di quel “paese che muore” che ha colpito l’immaginazione poetica di Bonaventura Tecchi.