L'abbazia dei Santi Pietro e Andrea, anche conosciuta come abbazia di Novalesa, è un'antica abbazia benedettina fondata nell'VIII secolo e situata nel comune di Novalesa, in valle di Susa (provincia di Torino). L’abbiamo definita un vero e proprio tesoro per la sua storia ed il suo incredibile valore artistico.
Storia dell’abbazia
Il complesso abbaziale dei Santi Pietro e Andrea venne fondato nel 726 da Abbone, governatore della Moriana e di Susa. Il luogo scelto si trovava lungo un’importante via di pellegrinaggio, divenuto tappa rilevante della Via Francigena. In epoca carolingia (IX secolo) l’abbazia raggiunse il massimo dello splendore accogliendo oltre cinquecento monaci.Lo stesso Carlo Magno risiedette a lungo nell’abbazia prima di attaccare i longobardi di Desiderio alle Chiuse di San Michele. È in questo periodo che viene inaugurata la famosa biblioteca in cui i monaci amanuensi trascrissero e miniarono codici. Nel X secolo l’Abbazia venne però distrutta ad opera dei saraceni: ricostruita nel 1710 e restaurata nel 1890, oggi presenta ancora le mura perimetrali originali. Nel parco dell’Abbazia è possibile vedere 4 cappelle medievali, dedicate a San Salvatore, San Michele, Santa Maria Maddalena (contenente un dipinto raffigurante Maria con il Santo Graal) e Sant’Eldrado (al suo interno si conservano affreschi dell’XI secolo rappresentanti la vita di Sant’Eldrado e di San Nicola). Nel 1646 ai monaci Benedettini subentrarono i Cistercensi, i quali ressero l'abbazia fino alla sua soppressione, decretata nel 1798. Nel 1818 vi rientrarono i Benedettini ma la loro presenza fu breve in quanto l'abbazia fu nuovamente soppressa a seguito delle leggi sabaude del 1855. Venduto all'asta, il complesso fu dapprima acquistato dal dott. Maffoni, che ne fece un centro di cure idroterapiche, quindi dal Convitto Umberto I che lo usò come residenza estiva. Infine, nel 1972 l'abbazia fu acquistata dalla Provincia di Torino, che vi insediò una nuova comunità di monaci Benedettini proveniente da San Giorgio di Venezia, la quale risiede tutt'oggi in monastero.
La visita
Oltre alle bellissime cappelle vale la pena visitare il Museo Archeologico dell’Abbazia, nel quale sono esposti i reperti emersi nel corso degli scavi archeologici che hanno interessato l’abbazia dal 1980 ad oggi. Il museo è collocato principalmente nell’antico refettorio, dove potrete ammirare suggestivi affreschi. I reperti esposti, raggruppati per grandi fasce cronologiche, sono di natura diversa e coprono un arco temporale compreso tra l’epoca imperiale romana e quella gotica. Interessante anche la chiesa abbaziale, edificata nelle sue forme attuali nel 1715 su progetto di Antonio Bertola che ospita all'interno, sulla parete sinistra della navata, resti di affreschi dell'XI secolo, mentre un altro ciclo risalente al XV secolo decora parte del coro. L'abbazia ospita anche un laboratorio del restauro del libro, le cui tecniche sono illustrate nella sezione dedicata a quest'arte all'interno del Museo Archeologico. L'accesso al monastero è solo pedonale, il parcheggio è posto a circa 500 mt dall’abbazia.