Nel tuscolano, in provincia di Roma, la diffusione del Cristianesimo fu precoce. L’accolsero non solo schiavi e liberti ma anche membri della classe egemone. Ben presto nel suburbio Tuscolano si formarono fiorenti comunità cristiane. In questo itinerario troverai i principali edifici sacri che segnano il paesaggio ed i tesori che custodiscono fieramente, un patrimonio non soltanto religioso ma anche artistico e culturale.
Grottaferrata: l’Abbazia di San Nilo
L'abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata, conosciuta anche con il nome di Abbazia greca di San Nilo, è una delle tre circoscrizioni ecclesiastiche della Chiesa bizantina cattolica in Italia Il Monastero Esarchico di Santa Maria di Grottaferrata è stato fondato nel 1004 da un gruppo di monaci greci provenienti dall'Italia meridionale, all'epoca bizantina, guidati da S. Nilo di Rossano, capo carismatico e personalità spirituale di primissimo piano della sua epoca. Attualmente l'Abbazia è l'ultimo dei numerosi Monasteri Bizantini che nel medioevo erano diffusi in tutta l’Italia meridionale e nella stessa Roma.
Frascati: San Pietro
La costruzione della nuova cattedrale in sostituzione dell’antica Santa Maria di Vivario, venne stabilita dalla comunità cittadina nel 1596 e promossa da Clemente VIII Aldobrandini. La basilica cattedrale di San Pietro Apostolo è il principale luogo di culto cattolico di Frascati. Aperta al culto nel 1610 venne ultimata con la spettacolare facciata inaugurata nel 1700 su progetto di Girolamo Fontana. Nel diciottesimo secolo, i Cardinali Vescovi che si succedettero dotarono la Cattedrale di opere d’arte e suppellettili sacre. L'8 settembre 1943 il bombardamento alleato su Frascati colpì duramente l'intera cittadina e danneggiò gravemente la cattedrale. La riedificazione dell'edificio, a cura del Genio Civile e del vescovo Biagio Budellacci, fu completata nel 1949.
Frascati: Santa Maria in Vivario
Edificata nel XII secolo tra le rovine del Vivarium, ovvero la peschiera di una villa romana, è la chiesa più antica della città. Fu per 150 anni cattedrale della diocesi. In concomitanza con la peste del 1656, vennero rinvenute presso la chiesa due immagini di san Sebastiano e san Rocco, che il 28 gennaio 1656 vennero proclamati protettori di Frascati. Fu allora che la chiesa venne ribattezzata in onore di san Rocco, tanto che oggi i due nomi di santa Maria in Vivario e san Rocco coesistono per indicare la stessa chiesa. Distrutta dai bombardamenti dell'8 settembre 1943, la chiesa è stata ricostruita nel 1958.
Frascati: Chiesa del Gesù
L'attuale edificio religioso sorse alla fine del 1600 dall'ampliamento della precedente chiesina dedicata alla Beata Vergine Maria, già di proprietà dei Gesuiti che erano giunti a Frascati nel 1560, venti anni dopo il loro riconoscimento da parte di Papa Paolo III. A navata unica, la chiesa conserva numerosi affreschi barocchi. La facciata, attribuita a Pietro da Cortona, è ispirata alla Chiesa del Gesù di Roma e presenta due nicchie poste ai lati del portale, che contengono le sculture di Sant'Ignazio da Loyola e San Francesco Borgia. Da notare è la finta cupola dipinta su tela da Antonio Colli, allievo del Pozzo.
Frascati: Convento dei cappuccini
In quanto fautore dell’ordine cappuccino, visto come segno di rinnovamento antiprotestante con il suo rigorismo e la sua umile operosità, papa Gregorio XIII fu il principale promotore della fondazione di questo primo complesso in zona tuscolana. Il Convento di Frascati è situato in splendida posizione sui colli romani. La chiesa adiacente, ad una sola navata, fu consacrata nel 1578; all’interno sono conservate rilevanti opere d'arte. Lavori di ammodernamento furono eseguiti alla metà dell'Ottocento ed infine nel 1911 se ne aumentò ulteriormente la capienza erigendo il "collegio". Nel giardino del convento sono presenti resti d’età classica, di una grande villa romana del I sec. A.C., attribuibile probabilmente a Marco Tullio Cicerone.
Monteporzio Catone: San Gregorio Magno
L'attuale Duomo di Monte Porzio Catone risale al 1666, quando fu ricostruito dalle fondamenta in seguito alla completa demolizione della preesistente chiesa, anch'essa dedicata a San Gregorio Magno. La facciata è a doppio ordine di lesene, in pietra sperone, con capitelli dorici e ionici, alternata a specchiature in piccoli mattoncini, ed è coronata da un frontone triangolare contenente un grande stemma marmoreo. Quella prima chiesa parrocchiale era stato eretta in forme ampie e sontuose nel 1580 per volere di Papa Gregorio XIII e da questi elevata ad Arcipretura; ma già nel 1616, quando giunse nelle mani del Cardinale Scipione Borghese, era in stato di completo abbandono. Nel 1666 il Principe Giovan Battista Borghese ne ordinò la demolizione e la completa ricostruzione, affidando la direzione dei lavori all'architetto Carlo Rainaldi.
Montecompatri: Santa Maria Assunta in Cielo
Con l’erezione nel 1613 di Montecompatri a principato, il cardinal Scipione Borghese, la cui famiglia era assegnataria di questo feudo, decise di intervenire sulla fatiscente chiesa del paese con un radicale restauro. Nel 1876 l’edificio venne ampliato e restaurato. La facciata è probabilmente opera di Carlo Rainaldi, invece il transetto, l'abside e la cupola, appartengono al genio Luca Casimini (1876). La struttura originale, descritta in un manoscritto dell'arciprete Valeriano Marini, era costituita da una navata con sette altari e da un campanile al posto del quale oggi si trova la Cappella della Madonna di Loreto. All'interno dipinti di pregio sono il quadro della Morte di San Francesco e quello della Vergine con Bambino e Santi, attribuiti al Vanni ed al Passignano.
Montecompatri: Convento di San Silvestro
Il prestigioso convento di San Silvestro si trova a pochi chilometri da Castel Gandolfo, dal lago di Albano e dai Castelli romani, nella zona più alta di Monte Compatri. La sua storia inizia alla metà del Quattrocento, anche se una buona parte del complesso architettonico risale alla seconda metà del Seicento. Il convento di Monte Compatri, fondato nel 1605, prende il nome da San Silvestro I Papa, molto venerato in questi luoghi.
Rocca Priora: Santa Maria Assunta in Cielo
La costruzione dell’edificio risale al XV secolo per volontà della famiglia Savelli, le cui armi compaiono nella parte inferiore del portale principale, nel luogo in cui secondo la tradizione sorgevano i resti del tempio della Dea Fortuna (come lo si deduce anche da alcuni scritti di Tito Livio). L’interno è a tre navate e le volte sono sostenute da pilastri ottagonali in peperino risalenti al XV secolo. Sull’altare maggiore si trovava un quadro ad olio su tela (oggi nell’ultima cappella di destra) dove è raffigurata la Vergine inginocchiata su una nuvola e circondata da Cherubini, mentre in basso è affiancata in un lato da S. Sebastiano vestito da guerriero e dall’altro da S. Rocco, vestito da pellegrino, e con sullo sfondo la rappresentazione del paese di Rocca Priora.
Rocca di Papa: Santa Maria Assunta in Cielo
La costruzione della chiesa ebbe inizio nel 1664 per sostituire la vecchia e fatiscente parrocchiale per volontà del cardinale Girolamo Colonna, probabilmente su progetto di Antonio del Grande. Ma la morte nel medesimo anno del committente e poi dell’architetto, portarono ad una interruzione dell’opera. Nel 1731 ripresero i lavori su impulso di papa Clemente XII e grazie al cardinale Pietro Ottoboni, noto mecenate, vescovo di Frascati fino al 1734. Nell’interno della chiesa, ripetutamente danneggiata e ricostruita, sono sopravvissute decorazioni ed opere più antiche, tra le quali la serie di pitture murali ottocentesca con Episodi della vita della Vergine, il grandioso rilievo in stucco con la Gloria di angeli dal seguace di Thorvaldsen, Giuseppe Pacetti e, soprattutto, la bellissima Assunta di Corrado Giaquinto.
Colonna: San Nicola di Bari
La Chiesa in stile barocco, venne edificata a partire dal 1753 per volere del Principe Nicola Pallavicini. Per il progetto venne scelto l'architetto Carlandi. Dopo la fase iniziale, il principe Pallavicini morì. Questo evento portò al rallentamento dell'edificazione, in quanto il successore, il Cardinale Giovanni Battista Rospiglioni, restio alla costruzione della Chiesa, non concesse i fondi necessari al suo completamento. Fu il Cardinale Enrico Benedetto Stuart, duca di York, ad ottenere dalla Congregazione del Concilio la ripresa dei lavori, ai quali contribuì anche con fondi propri. Durante la Seconda Guerra Mondiale i cittadini di Colonna fecero voto alla Santissima Vergine, chiedendo di venir risparmiati dai bombardamenti: in cambio loro avrebbero restaurato la chiesa. Poiché al termine del conflitto il bilancio fu di una sola bomba caduta sulla città ed un'unica vittima, come promesso i colonnesi iniziarono i lavori di ristrutturazione e l'esecuzione degli affreschi venne affidata al pittore Duilio Cambellotti.