La Roma che accolse Raffaello all’inizio del Cinquecento si presentava come una città ricca di contrasti. Le invasioni barbariche, le epidemie, le periodiche inondazioni del Tevere, le distruzioni provocate dalle continue faide tra le famiglie nobiliari, avevano portato ad una situazione di crisi generale, dalla quale la città stentava a risollevarsi. Una situazione già disastrosa che si era ulteriormente aggravata durante il periodo della cattività avignonese (1308-1378. Solo con il definitivo ritorno della sede papale a Roma, ebbe inizio, a cura dei pontefici “umanisti” (Martino V, Eugenio IV, Niccolò V) un’opera di recupero e ricostruzione dell’Urbe. Cominciarono dunque ad essere realizzate grandi opere edilizie, nuovi nuclei abitativi, grandi strutture per la salute pubblica.
Il Rinascimento vero e proprio a Roma trova il momento di maggior sviluppo nel periodo che va da Giulio II della Rovere a Paolo III Farnese, attraverso il pontificato di Leone X e Clemente VII, proprio grazie all’opera spettacolare di grandi artisti quali Michelangelo e Raffaello.
Quando Raffaello giunse a Roma, nel 1508, era un artista già affermato e famoso, ma fu proprio qui che,con le sue opere straordinarie, diviene quello che potremmo definire il più grande rappresentante della pittura rinascimentale.
Raffaello in Vaticano
In Vaticano troverai Partiamo gli straordinari affreschi delle cosiddette Stanze di Raffaello. Si trovano lì da circa 112 anni: commissionate da Giulio II ad un giovane Raffaello, allora appena venticinquenne.
Sempre ai Musei Vaticani, a Raffaello è dedicata un’intera sala della Pinacoteca. Lì troverai ad attenderti una bellissima silloge che illustra perfettamente tre fasi salienti del percorso artistico del pittore:
- la Pala degli Oddi, che ritrae l’Incoronazione della Vergine, dipinta nel 1502 a Perugia. Qui potrai ritrovare i modi del padre Giovanni Santi e di Perugino, uno stile che Raffaello, pian piano modificherà. La Pala Oddi è esposta con i tre scomparti della sua predella raffiguranti l’Annunciazione, l’Adorazione dei Magi e la Presentazione al Tempio
- la Madonna di Foligno (1511- 1512) testimonianza di un interesse dell’Urbinate nei confronti della pittura veneziana. Una pittura caratterizzata da particolari effetti luministici che qui ritroviamo nel paesaggio del dipinto
- la Trasfigurazione, commissionata alla fine del 1516 dal cardinale Giulio de' Medici per la cattedrale di Narbona. Opera ultima di Raffaello, che fu posta davanti al letto dove il pittore trascorse i suoi ultimi giorni di vita. Raffaello non completò l'opera.
Le opere hanno in comune il fatto di essere state tolte ai luoghi di destinazione originali nel 1797, quando furono requisite e portate a Parigi dai francesi come indennità di guerra, e di essere tornate in Italia solo dopo la caduta di Napoleone Bonaparte. In questa stessa sala si trovano, valorizzati da un nuovo sistema di illuminazione, anche i sontuosi arazzi realizzati a Bruxelles per Leone X su cartone di Raffaello (1515-16), originariamente disposti sul registro inferiore delle due pareti laterali della Cappella Sistina, direttamente a confronto con la volta di Michelangelo.
Palazzo Barberini e Galleria Borghese
La Fornarina (forse un ritratto dell’amante Margherita Luti) venne dipinto da Raffaello tra il 1518 e il 1519. Si trova a Roma da sempre, a Palazzo Barberini. Nella Galleria Borghese si trova, invece, la Dama con liocorno. Un dipinto risalente al 1506 circa: si pensa si tratti di una giovane sposa, ennesimo esempio delle enigmatiche figure femminili della pittura del Cinquecento. Insieme a questo bellissimo dipinto, potrai ammirare anche la capitale Deposizione Baglioni, dipinta nel 1507 in ricordo del massacro avvenuto qualche anno prima a Perugia (“le nozze di sangue”) nel quale perì l’unico figlio della committente del dipinto, Atalanta Baglioni. L’opera si trova nella Galleria dal 1608, quando Paolo V Borghese se ne impossessò sottraendola ai perugini e dichiarandola proprietà privata del nipote Scipione con un breve pontificio.
Villa Farnesina
Qui potrai ammirare i magnifici affreschi della Villa Farnesina, residenza sul Tevere dello spregiudicato banchiere senese Agostino Chigi, che visse qui con la sua adorata moglie, una rinomata cortigiana, contravvenendo alle norme del tempo. Forse si riferisce proprio alla loro storia d’amore il panorama iconografico della Loggia di Psiche al piano terra della villa (dipinto da Raffaello nel 1518 circa). E sempre qui si trova l’opera più sensuale del pittore, il Trionfo di Galatea.
Raffaello nelle chiese di Roma
Per Agostino Chigi Raffaello progettò anche l’architettura ed i mosaici della cappella funebre in Santa Maria del Popolo (terminata poi da Gian Lorenzo Bernini) ed affrescò Sibille e angeli sull’arco superiore dell’altra cappella di famiglia in Santa Maria della Pace. Due chiese visitabili ad ingresso gratuito che si trovano a distanza di 10-15 minuti l’una dall’altra. Nella Basilica di Sant’Agostino in via della Scrofa, si trova il bellissimo Profeta Isaia, affresco del 1511-12 da cui si affaccia un putto del tutto simile a quello conservato all’Accademia di San Luca, dietro Fontana di Trevi, dove si conserva, inoltre, una tela raffigurante San Luca che dipinge la Vergine attribuita al maestro.
Se al termine di questo percorso, poi, vorrete rendere omaggio a Raffaello, camminate ancora dieci minuti fino al Pantheon dove si trova la sua vera tomba.