La parola “flamenco” in spagnolo significa “fenicottero”: il Flamenco è una forma di musica e danza di origine andalusa, formata da un canto all'apparenza stonato (cante), dalla musica e dal ballo (baile). Nato alla fine del Settecento, il flamenco non nasce come una forma di spettacolo, ma come un'esigenza espressiva privata.
Le origini del Flamenco
Quando si parla di Flamenco, solitamente si pensa ad uno spettacolo di musica spagnola, con un chitarrista, un cantante ed una ballerina dalla gonna ampia e lunga. In realtà il Flamenco è molto di più: è una vera e propria arte, un’espressione culturale vasta ed antica dalle origini complesse. Non è facile trovare documenti scritti che parlino del Flamenco: la maggior parte delle informazioni sono giunte a noi grazie ad una tradizione prettamente orale. L’Andalusia è la culla del flamenco: una splendida regione del Sud della Spagna dalla cultura mista e complessa. Unione di due continenti, Africa ed Europa, e punto d’incontro tra l’Oceano Atlantico e il Mar Mediterraneo. Il Flamenco, dunque, è arabo, gitano, andaluso.
Il termine Flamenco appare per la prima volta tra la fine del Settecento e gli inizia dell’Ottocento. Le origini di questo nome sono incerte: per alcuni deriva dal soprannome anticamente utilizzato per i gitani, che venivano chiamati flamencos, perché si credeva erroneamente che provenissero dai Paesi Fiamminghi. Altre interpretazioni trovano dei legami con la traduzione letterale della parola. Altre teorie ritengono che il nome di Flamenco derivi da flamancia, flama, llama e quindi fiamma.
Il Flamenco come espressione artistica e culturale
Il Flamenco, inteso come espressione artistica e culturale, nasce come canto, Cante Jondo. Una maniera di cantare molto espressiva ed emozionante. Il Flamenco racconta la vita dei poveri contadini andalusi, le avventure e i dolori dei gitani. E’ sicuramente un canto sofferto, che parla di dolore e sfruttamento.
Alla base della cultura flamenca ci sono infatti le persecuzioni subite dai Gitani, costretti ad abbandonare la propria cultura per evitare terribili torture (motivo per il quale spesso si utilizzano i tipici lamenti). Nei testi ci sono costanti riferimenti alle tradizioni ed ai valori importanti nella vita, al dolore, alla solitudine, all’emarginazione, all’amore inteso come sofferenza e che spesso diventa tortura, maledizione. A metà dell’Ottocento il Flamenco inizia ad attrarre l’attenzione dell’aristocrazia spagnola: da stile di vita ed espressione artistica privata o per pochi intimi (soprattutto parenti) inizia a trasformarsi. Diventa arte, spettacolo: i Gitani iniziano ad animare le feste dei nobili con le loro esibizioni.
L’evoluzione artistica
La sempre crescente richiesta di esibizioni a pagamento, porta ad una graduale professionalizzazione degli interpreti che trovarono così un modo per vivere e per riscattarsi dall’emarginazione. Nascono i cafés cantantes, locali dove si può assistere ad esibizioni di flamenco a pagamento. Il Flamenco smette di essere qualcosa di occulto e diventa ufficialmente spettacolo disponibile ad un pubblico sempre maggiore. Pian piano anche i “payos”, i non-gitani, iniziano a cimentarsi come interpreti di flamenco. Nascono così nuove forme di canto e si sviluppa il ballo e l’accompagnamento musicale. Si arricchiscono stili già esistenti e si “afflamencano” canti folklorici come fandangos, sevillanas, farruca, che costituiscono il repertorio soprattutto dei payos.
Il cantaor che più degli altri arricchì il suo repertorio fu Silverio Franconetti: di origini Italiane. Fu proprio lui a creare i primi artisti flamenchi della storia grazie al suo café. Garcia Lorca arrivò a dedicargli alcune righe all’interno del “Poema del Cante Jondo”, dove lo descrisse come “il perfetto equilibrio tra il miele Italiano e il limone Andaluso”.
La chitarra divenne lo strumento di accompagnamento ufficiale e, successivamente, divenne anche strumento solista grazie ad artisti come Rafael Marin, Ramon Montoya e Luis Molina.
Il baile raggiunge la sua piena evoluzione e prende il sopravvento sul cante, essendo l’elemento più apprezzato e richiesto dal pubblico. Nascono palcoscenici sempre più ampi, per favorire la coreografia. Il baile inizia a variare, ad articolarsi in base allo stile maschile, caratterizzato dalla maestria dei piedi, e allo stile femminile, caratterizzato invece dai movimenti ampi delle braccia e della gonna. Si diversifica anche in base alla distinzione tra genere.
Ancora oggi l’evoluzione di quest’arte, non si arresta. La profondità artistica e culturale del Flamenco, gli hanno permesso di guadagnarsi nel 2010 il riconoscimento di Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.
Vivere il Flamenco
I Grandi Artisti del Flamenco, quelli che continuano a donarci la loro arte e quelli che la loro arte ce l’hanno lasciata in eredità, sono moltissimi. Silverio Franconetti, Rafael Marin, Ramon Montoya e Luis Molina. Ma anche Paco de Lucia, Cristina Hoyos, Antonio Gadés e molti altri.
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